Sordomutismo


Cos’è

Il sordomutismo è una condizione patologica per la quale il paziente è affetto da parziale mutismo e al contempo da sordità.

L’apprendimento del linguaggio è condizionato dall’ascolto dei suoni; il bambino sente il linguaggio degli individui che lo circondano, lo riproduce e perciò impara a parlare; se nasce sordo, o lo diviene poco dopo la nascita, non sente e perciò non può imparare a parlare.

Se poi la sordità insorge entro i primi 3-4 anni di vita, ossia nel periodo in cui già si è formato un certo bagaglio  verbale, ma le immagini verbali non sono ancora fissate, queste si perdono con il cessare degli stimoli acustici: entrambe queste condizioni realizzano la situazione nota come sordomutismo.

In realtà, il termine non è del tutto esatto, in quanto i sordomuti sono sordi, ma non muti, cioè non presentano difetti agli organi (corde vocali) e alle funzioni vocali, la cui messa in opera viene a mancare semplicemente perché mancano le sollecitazioni acustiche.

La prova migliore è data dal fatto che, con opportuno insegnamento logopedico, il bambino può successivamente acquistare la capacità di parlare.

In assenza di malformazioni evidenti dell’orecchio esterno, il sintomo di sordomutismo viene registrato quando il bambino a 12-24 mesi ancora non articola alcuna parola. 

Attualmente, i metodi di screening audiometrico neonatale, che vengono praticati sistematicamente su tutti i neonati presso molti reparti ostetrici o pediatrici, consentono una diagnosi di sordomutismo orientativa di sordità sin dai primi 3-4 giorni di vita.

Il sospetto può venire successivamente confermato mediante esami audiometrici, solitamente condotti con la ricerca dei riflessi cocleo-motori o meglio con i metodi più precisi di audiometria obbiettiva: audiometria a potenziali evocati, elettrococleografia ed esami vestibolari.

Cause

Le cause del sordomutismo sono svariate: 

  •  Fattori genetici – Responsabili di una sordità eredofamiliare, sporadica, a carattere recessivo o eredolabirintica, a carattere dominante, ovvero responsabili di una incompatibilità del fattore Rh, con conseguente ittero neonatale e lesioni irreversibili dei centri e delle vie acustiche del sistema nIn assenza di malformazioni evidenti dell’orecchio esterno, il sintomo di sordomutismo viene registrato quando il bambino a 12-24 mesi ancora non articola alcuna parola. 

Attualmente, i metodi di screening audiometrico neonatale, che vengono praticati sistematicamente su tutti i neonati presso molti reparti ostetrici o pediatrici, consentono una diagnosi di sordomutismo orientativa di sordità sin dai primi 3-4 giorni di vita.

Il sospetto può venire successivamente confermato mediante esami audiometrici, solitamente condotti con la ricerca dei riflessi cocleo-motori o meglio con i metodi più precisi di audiometria obiettiva: audiometria a potenziali evocati, elettrococleografia ed esami vestibolari.

Cause

  •  Fattori genetici – Ovvero di natura ereditaria familiare e quindi congenita
  •  Fattori infettivi – Prenatali, come la sifilide o la rosolia contratta dalla madre in corso di gravidanza o postnatali, come meningiti meningococciche o tubercolari o malattie infettive batteriche o virali (tifo, influenza, varicella, morbillo, parotite epidemica)
  •  Fattori tossici – In genere legati ad assunzioni senza logica di medicinali, sia prenatali, ossia da parte della madre durante la gravidanza, sia post- natali
  •  Fattori traumatici – Sia al momento del parto, sia post-natali.

Cosa fare

Il sordomutismo potrebbe avere effetti negativi sul corretto sviluppo psicologico e sociale del paziente.La rieducazione dei sordomuti è complessa e viene oggi condotta presso scuole specializzate: si seguiva, in passato, il metodo mimico, con il quale i sordomuti comunicavano mediante opportuni gesti (dattilofasia) In seguito, si è passati al metodo orale, che consiste nell’insegnamento della parola parlata utilizzando principalmente la vista, attraverso la lettura labiale.Oggi, si ricorre al metodo combinato labio-acustico, con il quale vengono utilizzati i residui uditivi spesso presenti nei sordomuti: ogni paziente viene munito di una cuffia con un adatto amplificatore e l’insegnamento è basato simultaneamente sull’ascolto mediante le cuffie e sulla lettura labiale. 

È possibile trattare il sordomutismo anche mediante la logopedia o tramite l’utilizzo di apparecchi acustici.

Un approccio alternativo è quello costituito dalla lingua dei segni. Oltre a ciò, importante è l’aiuto di uno psicoterapeuta per gestire gli effetti secondari del problema e, nel caso sia necessario, un sostegno psicologico per i genitori.

Sordomutismo e 104

A questo punto vediamo se un paziente affetto da sordomutismo possa essere ritenuto portatore di handicap e accedere così ai benefici previsti a riguardo della legge 104/92.

La legge 104/92 pone una distinzione tra menomazione (perdita anatomica di una parte del corpo), disabilità (difficoltà funzionale) e handicap (svantaggio da un punto di vista sociale ossia dal punto di vista delle difficoltà incontrate dal paziente nello svolgimento della propria vita sociale).

Pertanto l’handicap in caso di sordomutismo è valutato tale solo nel caso in cui tale condizione influenzi negativamente la vita relazionale e lavorativa del paziente, e quindi dipenderà dalla professione da lui svolta (per esempio: sarò presente se la persona sordomuta deve rispondere al telefono ma non se deve confezionare abiti).

Spetta infine alle commissioni mediche presente nelle ASL di accertare lo stato di gravità e la condizione di invalidità dei pazienti sordomuti.